Google+ Fantasie sessuali: perchè coltivarle

Fantasie sessuali: perchè coltivarle

Fantasie sessuali: perché coltivarle
Rappresentano una risorsa per la coppia, un modo per nutrire l'erotismo e abbassare le inibizioni. E oggi le differenze tra quelle femminili e maschili sono sempre meno




Le fantasie sessuali appartengono a tutti, in modo più o meno e consapevole. Non sono esclusiva del mondo maschile, anche se questo è stato raccontato spesso, soprattutto nel passato. Sono espressione della vita interiore, attingono al nostro immaginario, sono rappresentazioni dei desideri. E le ricerche dicono che più ci dedichiamo alle fantasie, più ne produciamo, più diventiamo aperti, creativi e soddisfatti. Perché le fantasie ci possono aiutare, rappresentano una risorsa per la coppia, un modo per nutrire l'erotismo e abbassare le inibizioni. Sono sensazioni, idee, immagini in parte attinte da qualcosa che viene da fuori, che suscita emozioni, ci coinvolge e ci eccita. Ma poi rielaborate per diventare un'espressione autentica di noi, per "sceneggiare" qualcosa di nostro.


Per alcuni le fantasie sono ingombranti, vengono vissute come un problema. Per altri diventano una preoccupazione se non ci sono. E poi la difficoltà di comunicarle, l'imbarazzo oppure la convinzione di doverle tenere nascoste, custodite in segreto, inaccessibili agli altri, quasi una vergogna. Eventualmente da condividere solo con alcuni, quasi sempre al di fuori della coppia. Perché alle volte sono sentite come una pericolosa rivelazione di noi, delle nostre tendenze, anche delle "deviazioni". 

Eppure le fantasie non sono segno di blocchi, difficoltà, problemi sessuali. Sono piuttosto energie che ci spingono alla sessualità, esaltandone la forza e il coinvolgimento. Alle volte spontanee, nascono da sole, altre guidate e volontarie, ci fanno "volare", staccare dalla lucidità, dalla prevedibilità e da schemi ripetitivi, tutte cose che non ci permettono di "perdere la testa". Sono desideri da raccontare e raccontarsi, giochi che regalano intensità al rapporto, permettendo di scambiarsi qualcosa di intimo e di entrare veramente nell'altro. Uno spazio psichico personale nel quale muoversi liberamente, decidendo chi, quando e se far entrare altri. Non sempre sono agite. E non sempre c’è il desiderio di concretizzarle nella realtà. Forse il loro potere sta proprio nel fatto di rimanere vive essenzialmente nella fantasia. I contenuti possono essere più o meno trasgressivi. Alcuni – così sembra - più ricorrenti nei maschi, altri nelle femmine, con possibilità infinite. Esprimono le alternative, lo spingersi oltre, l'inoltrarsi dentro di noi. Immagini che spesso non ci concediamo o censuriamo. Che vanno oltre il concetto di normalità, hanno soltanto significati personali. 

Le fantasie, comprese quelle sessuali, sono tra le nostre espressioni più libere. Perché anche i pensieri non sempre sono così liberi. Immaginare di fare l'amore con sconosciuti, di essere prese con la forza, di fare sesso in posti inconsueti, di esibirsi, risultano, secondo numerosi studi, le fantasie più comuni tra le donne. Vuol dire che le donne immaginano di più su cosa un uomo può fare loro, eccitandosi sul desiderio maschile. E che sono più “cerebrali”. Sembra che gli stereotipi sessuali siano presenti anche nell’immaginazione femminile.
Ma visti i cambiamenti culturali, sociali e sessuali in atto, ci sono buoni motivi per pensare che oggi i due sessi vivano immaginazioni simili o comunque non così marcate “da uomo” e “da donna”, oltre a considerare che le donne sono molto più creative, produttive e sorprendenti e anche meno scontate e legate alle performance. Certo quando le fantasie risultano il motivo dominante se non esclusivo del rapporto con l'altro, e prendono il sopravvento virando in fissazione, costrizione, prevaricazione, allora diventano comportamenti patologici sui quali è necessario intervenire. Una fantasia deve regalare libertà, a chi la vive e a chi la condivide. Altrimenti è un'altra cosa.