Rappresentano una risorsa per la coppia, un modo per nutrire l'erotismo e abbassare le inibizioni. E oggi le differenze tra quelle femminili e maschili sono sempre meno
Le
fantasie sessuali appartengono a tutti, in modo più o meno e
consapevole. Non sono esclusiva del mondo maschile, anche se questo è
stato raccontato spesso, soprattutto nel passato. Sono espressione
della vita interiore, attingono al nostro immaginario, sono
rappresentazioni dei desideri. E le ricerche dicono che più ci
dedichiamo alle fantasie, più ne produciamo, più diventiamo aperti,
creativi e soddisfatti. Perché le fantasie ci possono aiutare,
rappresentano una risorsa per la coppia, un modo per nutrire
l'erotismo e abbassare le inibizioni. Sono sensazioni, idee, immagini
in parte attinte da qualcosa che viene da fuori, che suscita
emozioni, ci coinvolge e ci eccita. Ma poi rielaborate per diventare
un'espressione autentica di noi, per "sceneggiare" qualcosa
di nostro.
Per
alcuni le fantasie sono ingombranti, vengono vissute come un
problema. Per altri diventano una preoccupazione se non ci sono. E
poi la difficoltà di comunicarle, l'imbarazzo oppure la convinzione
di doverle tenere nascoste, custodite in segreto, inaccessibili agli
altri, quasi una vergogna. Eventualmente da condividere solo con
alcuni, quasi sempre al di fuori della coppia. Perché alle volte
sono sentite come una pericolosa rivelazione di noi, delle nostre
tendenze, anche delle "deviazioni".
Eppure
le fantasie non sono segno di blocchi, difficoltà, problemi
sessuali. Sono piuttosto energie che ci spingono alla sessualità,
esaltandone la forza e il coinvolgimento. Alle volte spontanee,
nascono da sole, altre guidate e volontarie, ci fanno "volare",
staccare dalla lucidità, dalla prevedibilità e da schemi
ripetitivi, tutte cose che non ci permettono di "perdere la
testa". Sono desideri da raccontare e raccontarsi, giochi che
regalano intensità al rapporto, permettendo di scambiarsi qualcosa
di intimo e di entrare veramente nell'altro. Uno spazio psichico
personale nel quale muoversi liberamente, decidendo chi, quando e se
far entrare altri. Non sempre sono agite. E non sempre c’è il
desiderio di concretizzarle nella realtà. Forse il loro potere sta
proprio nel fatto di rimanere vive essenzialmente nella fantasia. I
contenuti possono essere più o meno trasgressivi. Alcuni – così
sembra - più ricorrenti nei maschi, altri nelle femmine, con
possibilità infinite. Esprimono le alternative, lo spingersi oltre,
l'inoltrarsi dentro di noi. Immagini che spesso non ci concediamo o
censuriamo. Che vanno oltre il concetto di normalità, hanno soltanto
significati personali.
Le
fantasie, comprese quelle sessuali, sono tra le nostre espressioni
più libere. Perché anche i pensieri non sempre sono così liberi.
Immaginare di fare l'amore con sconosciuti, di essere prese con la
forza, di fare sesso in posti inconsueti, di esibirsi, risultano,
secondo numerosi studi, le fantasie più comuni tra le donne. Vuol
dire che le donne immaginano di più su cosa un uomo può fare loro,
eccitandosi sul desiderio maschile. E che sono più “cerebrali”.
Sembra che gli stereotipi sessuali siano presenti anche
nell’immaginazione femminile.
Ma
visti i cambiamenti culturali, sociali e sessuali in atto, ci sono
buoni motivi per pensare che oggi i due sessi vivano immaginazioni
simili o comunque non così marcate “da uomo” e “da donna”,
oltre a considerare che le donne sono molto più creative, produttive
e sorprendenti e anche meno scontate e legate alle performance. Certo
quando le fantasie risultano il motivo dominante se non esclusivo del
rapporto con l'altro, e prendono il sopravvento virando in
fissazione, costrizione, prevaricazione, allora diventano
comportamenti patologici sui quali è necessario intervenire. Una
fantasia deve regalare libertà, a chi la vive e a chi la condivide.
Altrimenti è un'altra cosa.
Fonte: www.repubblica.it